Endometriosi e infertilità femminile
Dalla Giornata mondiale per l'Endometriosi un chiaro messaggio di sensibilizzazione
La prima giornata mondiale per l'Endometriosi sì e tenuta il Il 13 marzo 2014 in 53 città nel mondo. Obiettivi: promuovere la ricerca e sensibilizzare donne e uomini su questo disturbo doloroso, cronico e invalidante, causa del 30-40% dell'infertilità femminile precoce.
Che cos'è l'endometriosi?
L'endometriosi non è un disturbo semplice: i sintomi sono difficili da riconoscere, rendendo difficile una diagnosi in tempi rapidi, e causano forti dolori, infiammazione e disagio.
Con endometriosi si identifica la presenza di tessuto interno proprio dell'utero - chiamato endometrio - anche in altri apparati o organi del corpo, come vagina, ovaie, tube, peritoneo, intestino.
I sintomi dell'endometriosi
Il tessuto endometriale presente al di fuori dell'utero si comporta esattamente come quello normalmente all'interno dell'organo: in corrispondenza del ciclo mestruale va incontro a sanguinamento.
Il sanguinamento di zone di tessuto al di fuori dell'utero causa innanzitutto dolore e forte disagio, poi infiammazioni croniche dolorose e cicatrici che non si rimarginano completamente andando a intaccare i tessuti circostanti.
L'incidenza dell'endometriosi
Nel mondo si calcola che 176 milioni di donne soffrano di questo disturbo, ma si tratta di stime al ribasso perché la ridotta conoscenza rispetto alla malattia fa sì che spesso non venga riconosciuto come tale.
In Europa si stima siano 14 milioni le donne affette dall'endometriosi, 3 milioni solo in Italia. Nel nostro paese però non esiste un registro nazionale dei casi riscontrati, come segnalano le associazioni impegnate nella lotta alla disinformazione, ad esempio Ape onlus (Associazione Progetto Endometriosi) o Arianne.
Spesso le donne colpite sono ancora in età fertile, tanto che l'endometriosi è considerata la causa di infertilità precoce nelle donne per il 30-40% dei casi. Nella maggior parte dei casi i sintomi vengono però trascurati se non addirittura ignorati, non solo da chi ne soffre ma anche dai medici, non sempre preparati in modo adeguato.
Questi fattori alzano la media italiana del tempo trascorso prima della diagnosi a 7-8 anni.
La lotta per la sensibilizzazione sull'endometriosi
La principale lotta delle associazioni e no-profit, impegnate a favore delle donne colpite dal disturbo, è sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni verso un problema ignorato o sottovalutato.
Dal 2012 l'endometriosi è stata inserita dal Ministro della Salute nell'elenco delle malattie invalidanti; tuttavia ancora oggi non vengono applicate le norme riguardanti questo tipo di patologie e le donne che ne soffrono non possono beneficiare dei propri diritti.
Per esempio, l'esenzione o la riduzione del ticket consentirebbe di sottoporsi ai costosi esami necessari per diagnosticare la malattia a molte più donne.
Inoltre, trattandosi di sintomi invalidanti, molte donne sono costrette ad assenze sul posto di lavoro che oggi vengono considerate normali giorni di malattia, spesso difficili da giustificare con colleghi o superiori. Il 40% delle donne affette da endometriosi ammette di non averne mai parlato sul posto di lavoro per paura di un licenziamento.
Le terapie contro l'endometriosi
Ad oggi, la pillola anticoncezionale è la terapia più usata contro l'endometriosi, con somministrazione ininterrotta.
Questo costringe le donne colpite a non avere figli, tuttavia interrompere il trattamento comporta seri rischi di recidiva, e nemmeno la fecondazione assistita offre buone probabilità di riuscita.