La cicerchia
Cicerchia, un legume antico
Le cicerchie (Latyrus sativus) appartengono alla famiglia delle Leguminose. Sono legumi dalla forma irregolare, simili a grossi ceci biancastri con forma sempre diversa.
La storia della cicerchia
Le cicerchie sono originarie dell’Estremo Oriente, Mesopotamia, e sono uno dei legumi più antichi. I primi reperti risalgono 8000 a.C. e segni di coltivazione si hanno nel 6000 a.C. nella penisola balcanica. In passato, le cicerchie erano un cibo povero molto diffuso nell’Europa centro-meridionale. Molto amata anche dagli antichi Romani. Attualmente le cicerchie vengono consumate soprattutto in Asia, Nord Africa e Sud America, soprattutto nelle regioni più aride. In Italia stanno quasi scomparendo, la cicerchia viene coltivata lungo l’Appennino in Toscana, Marche, Lazio, Umbria, Abruzzo, Puglia e Basilicata.
Le cicerchie ricche di energia
Le cicerchie dal punto di vista nutrizionale contengono carboidrati (55%), proteine (26%), fibre (5%) e grassi (2,5%). Pur essendo povere di grassi, forniscono parecchia energia grazie all’elevato contenuto di carboidrati. Come altri legumi, le cicerchie sono ricche di polifenoli e vitamine del gruppo B e vitamina PP. Dal punto di vista mineralogico, le cicerchie contengono vari sali minerali, tra cui in particolare calcio e fosforo, benefici per il sistema nervoso e i muscoli.
Le cicerchie contengono una tossina
Attenzione, però, a non farne un consumo eccessivo. Le cicerchie contengono la latirina, una sostanza tossica che ad alte dosi nel lungo periodo può causare il latirismo. Una malattia che comporta problematiche funzionali e paralisi agli arti inferiori. In passato il latirismo poteva essere una problematica diffusa, poiché si faveva largo uso di cicerchie, soprattutto nell’Ottocento e nella prima metà del Novecento. Oggi il consumo di cicerchie è limitato.
Come si cucinano le cicerchie
Per cucinare le cicerchie, bisogna prima ridurne al minimo la tossicità. Vanno messe in ammollo a lungo (24 ore o più) in acqua salata e tiepida, e risciacquate 2 o 3 volte. Dopodiché, l’acqua di ammollo va gettata via e, per cuocerle, va usata acqua pulita non salata. La cottura deve essere molto lunga, preferibilmente in pentola a pressione (per 40-60 minuti), fino a rendere le cicerchie tenerissime.
Ricette con le cicerchie
Possono essere gustate al naturale, con olio extravergine a crudo, sale ed eventualmente erbe aromatiche o uno spicchio d’aglio schiacciato. Le cicerchie sono ottime anche aggiunte a minestre e zuppe, volendo con cereali oppure sotto forma di purè. Inoltre, dalle cicerchie secche e macinate si ottiene una farina chiamata “patacò”, usata per preparare polente, crespelle e focacce.