Il viaggio come metafora della mia esistenza
La vita è un viaggio. Non lo intendo simbolicamente, perchè in realtà ho viaggiato tanto, fin da quando ero ragazzina. Ho vissuto e studiato molto all'estero. Non lo ritengo un merito, ma una fortuna. Un buon karma, forse. Che mi ha aperto la mente con tante esperienze in culture diverse. E che probabilmente mi ha portato a diventare studiosa della salute umana e della naturopatia.
Australia
Il mio primo viaggio è durato tre mesi, avevo dodici anni e sono andata in Australia, ospite di una famiglia e una scuola a Perth. Ho bellissimi ricordi della famiglia che mi ha ospitato e del loro accento australiano, della terra rossa calpestata dai canguri, dei koala che vedevo sugli alberi e dei pappagalli che gli volavano intorno. Il salto è stato grande, dalle Dolomiti ampezzane dove allora vivevo al bush australiano. Senza che me ne rendessi conto, in maniera spontanea, dopo quel viaggio il mondo è diventato la mia dimensione naturale.
Mi sono abituata a cibi strani, volti diversi, stili di vita diametralmente opposti al mio. Dopo questo viaggio, nulla più poteva stupirmi. Ho iniziato a interessarmi ai cibi e all'alimentazione diversa dalla nostra, con grande curiosità.
Viaggiare da giovane
Viaggiare da giovane, cosa significa lo capisci solo da grande. Scopri mondi che poi ritrovi tuoi, perchè le sinapsi si erano già collegate. Nella famiglia che mi ospitava in Australia, il padre era un sensitivo. Quando squillava il telefono o suonava il campanello di casa, lui sapeva già chi era. Guardava le persone e faceva una diagnosi naturale. Era ironico, non si prendeva sul serio, lo viveva normalmente. E lo faceva vivere a tutti con normalità. Senza conoscermi mi raccontava episodi di vita miei e della mia famiglia. Così, crescendo, mi è sembrato normale incontrare spesso dei sensitivi, ascoltare le loro storie e anche avere le mie piccole premonizioni. Forse di qui è nata la mia passione per le energie e il mistero, la salute e la naturopatia, sicuramente alimentata dal mio lato Scorpionico.
Messico
A quattordici anni, la colorata e profumata esperienza dell'America Latina. Due mesi a Città del Messico, sempre in famiglia e sempre a scuola. Di questo viaggio i ricordi sono le persone, l'allegria di una famiglia metà india e metà europea, con sei figli e una "camionetta" Wolkswagen per viaggiare tutti insieme, fuori dalla confusione della città, in mezzo a piante grasse e fiori rigogliosi. Certo il Sud America, quasi trenta anni fa, era un mondo pittoresco e affascinante, che offriva anche lati duri e di forte impatto.
Bisognava saper vivere per sopravvivere. Ho scoperto sulla mia pelle la complessità e la delicatezza dei rapporti interpersonali e sono tornata a casa più matura e consapevole. Messico e nuvole, Messico e fragranze, Messico e sapori, Messico e ricordi.
Lì mi sono abituata a viaggiare non da turista, ma da persona che osserva il mondo come dall'interno, non tanto per scoprire il diverso ma con l'impressione che luoghi e situazioni di fronte a me si snodassero e riannodassero lungo i fili del karma. La famiglia che mi ospitava amava curarsi con le erbe e conosceva i segreti della salute naturale, c'è stata prorpio una bella sintonia.
Giappone
A sedici anni ho avuto la possibilità di frequentare un intero anno scolastico all'estero. Ho scelto una meta lontana, diversa, dove nessuno studente italiano si era mai spinto. La mia passione per l'Oriente era già concreta e più forte di qualsiasi convenzione. Con una grande valigia che conteneva l'abbigliamento di quattro intere stagioni, sono partita per Osaka. O meglio, per un altro pianeta. Il Giappone di allora, il 1983, non era il Giappone di oggi. Scuola femminile, divisa scolastica blu, calzini corti bianchi, lingua esclusivamente giapponese, regole e rigore assoluto sia a casa che a scuola.
Un anno intenso, difficile comunque felice, di studio e approfondimento, momenti di purezza ed essenza zen.
Ricordo con nostalgia l'abitudine giapponese di mescolare l'ultra moderno al vecchio tradizionale, nella cucina dove inizialmente non potevo accedere, essendo occidentale quindi impura, già il forno parlava e cucinava da solo, mentre il sushi giaceva ordinato nel piatto accanto. Nella famiglia che mi ospitava sopra tutti dominava la nonna, da giovane una delle prime donne a insegnare all'università. La sua materia? Arti domestiche, tutte le nozioni indispensabili alle silenziose e rispettose mogli tradizionali giapponesi. Lei, però, il marito lo comandava ancora a bacchetta. E io ero testimone di un sano tocco di femminismo tra le mura domestiche.
Ricordo i momenti felici di meditazione di fronte all'altarino buddsita al centro della casa, l'alimentazione macrobiotica che era la cucina tradizionale della famiglia, i massaggi shiatsu ricevuti direttamente dalla nonna, la medicina orientale applicata per ogni minima necessità, e con quali risultati!
India
A diciotto anni, dopo la maturità scientifica e un viaggio estivo a Parigi, inizio a conoscere l'India. La sensazione che accompagna il primo e i successivi, numerosi viaggi in India, è quella di sentirmi a casa. Mi libero di tutto, pensieri inutili, emozioni agitate, abiti e scarpe in questa terra dove si vive con un sari di cotone e un paio di ciabattine infradito. L'India è la mia rivelazione: desidero conoscere il senso delle cose, scandagliare tutti gli anfratti del mio essere per eliminare il superfluo e arrivare al cuore di me stessa. Tornerò ancora e ancora, non mi stancherò mai.
La benedizione delle divinità
Quando ero in India, telefonavo a casa in Italia una volta al mese. Era molto complicato, bisognava prenotare la telefonata e non sapevi mai né a che ora riuscivi ad avere la linea (potevano essere le tre di mattina) né che ora risultasse in Italia (potevano essere, anche lì, le tre di mattina). Ogni evento era un'avventura. E mentre tutto là fuori era disorganizzato, la meditazione dentro di me filava liscia liscia. Senza intoppi. Al punto che un giorno, al telefono, ho annunciato a mio padre che non sarei più tornata indietro. Lui non ha reagito male. Credevo fosse la grazia delle divinità dell'affollato pantheon indù che vegliavano proprio su di me. E invece – semplicemente - in Italia erano le famose tre di mattina e lui non aveva capito nulla.
Le emozioni più forti, di fronte ai maestri viventi della spiritualità indiana.
Ho voluto incontrarne diversi, trovarmi al loro cospetto, respirare la stessa aria, lasciare che i loro occhi si posassero su di me, incrociassero il mio sguardo. Ognuno di loro mi ha riservato un gesto speciale, una parola personale, un pizzico di complicità, un dono particolare. In realtà in uno dei miei ultimi viaggi ero partita per non tornare più in occidente. Ero pronta a farlo. Ma poi ho capito che dovevo tornare con la responsabilità di vivere la consapevolezza spirituale senza esaltazione, nel flusso del quotidiano vivere. Prima di tornare ho studiato a fondo Ayurveda, Massaggio ayurvedico, Yoga e Yogaterapia... ed eccomi qua, tanti anni dopo.
Bulgaria
Durante gli anni dell'Università a Venezia, ovvero mentre studiavo Lingue Orientali a Ca' Foscari, avevo un sacco di idee brillanti. Mi piaceva creare delle sintesi culturali, dei ponti tra diversi approcci non solo alle materie, ma anche ai metodi di studio. Così ho applicato alla letteratura giapponese antica un tipo di analisi letteraria che non era mai stato utilizzato in questo campo. Ho pubblicato qualche articolo sulle riviste universitarie e come risultato la professoressa Tzvetana Kristeva mi invitò qualche mese all'Università di Sofia, in Bulgaria.
Inutile dire che le valigie erano già mezze pronte. Al tempo il muro di Berlino era ancora in piedi e si sentiva. L'Europa dell'Est era l'Europa dell'Est, un mondo diverso dal nostro. Ancora una volta ho potuto scoprire ulteriori modi di essere felici. Senza lusso, senza varietà di cibo, senza vizi. Con tanta voglia di conoscere e applicare la conoscenza alla vita. Con tanto desiderio di dividere il poco che si aveva, nella serenità della semplicità.
Africa
Anch'io ho sofferto il mal d'Africa, per un periodo. Avevo ventidue anni. E' stato il mio unico viaggio "turistico" ma turista non mi sentivo affatto. Di colpo mi sono sentita una cosa sola con l'ambiente, l'antichità del mondo e la saggezza della natura. Era forse quell'odore di savana che contiene i semi di tutte le specie e di tutte le razze del mondo. O quel senso di infinito nel tempo e nello spazio che ti avvolge, soprattutto all'alba e al crepuscolo.
O quel senso di ineluttabilità di fronte al ruggito di una belva, perché non sai come andrà a finire dopo che ti ha fissato fiera, con un lampo negli occhi. E poi le persone. I gesti antichi, rituali ma non organizzati, carichi di conoscenza pratica e magica insieme. E la dignità della concentrazione quotidiana, nella lotta per arrivare al tramonto dopo che una nuova alba ti ha benedetto.
Napoli
Mi sono laureata a ventitrè anni con centodieci e lode. Poco tempo dopo ho vinto un Dottorato di Ricerca all'Orientale di Napoli. Ricordo il giorno dell'esame. Un amico studente appartenente alla Chiesa Valdese mi aveva trovato un alloggio presso un gruppo di suoi amici a Ponticelli, vicino a Napoli. Si viaggiava e si alloggiava al risparmio allora, magari ospiti di amici degli amici, se capitava. Arrivai la sera con il buio, rimasi tutta la notte a studiare in una stanzetta al freddo, sentivo in effetti molti rumori, là fuori, poco decifrabili.
Solo la mattina ho scoperto di essere ospite di un turbolento centro di recupero per tossicodipendenti e giovani criminali. Durante l'esame la mia prima preoccupazione era finire in tempo per riprendere il treno e tornare a Venezia. Ce l'ho fatta! Tempo dopo, stavo ancora pensando alla mia nottata, quando mi hanno comunicato che l'esame era andato bene. Avevo preso il punteggio più alto!
Inghilterra
Nel mio periodo universitario, iniziarono i viaggi Erasmus per studenti della comunità europea. Fui una delle prime candidate selezionate. Così mi ritrovai all'Università di Cambridge, per approfondire la mia materia della tesi: la moderna critica letteraria applicata all'antica letteratura giapponese, insieme al professor Mark Morris. Di quel periodo di intenso studio ricordo maggiormente la sensazione di libertà che vivi quando sei studente, che poi all'estero si amplifica mille volte.
Frequentavo il fior fior dell'Intellighentia nel mio ambito accademico, e vivevo nello stupore continuo, perchè mi consideravano al loro pari, o meglio addirittura una fonte a cui attingere. Conservo ancora le loro ufficiali lettere di elogi all'Università che mi aveva mandato presso di loro, dove ringraziavano per gli stimoli intellettuali che avevo portato.
India
Di nuovo in India. Stavo volando a Tokyo, dove mi attendeva un corso per diventare insegnante di Letteratura giapponese antica, la mia materia di specializzazione. A un certo punto ho dirottato me stessa e sono atterrata in India. Anche questo periodo indiano è durato a lungo. Ne ho approfittato per continuare a studiare la Filosofia indiana, l'Ayurveda, il Massaggio Ayurvedico, lo Yoga terapeutico, i loro testi.
Non giravo l'India come una scoppiata, simile ai tanti occidentali che incontravo. Studiavo e studiavo, frequentavo Università, Centri di Studio, Centri spirituali. Gli indiani mi accoglievano e mi trattavano come una di loro, soprattutto i Maestri e gli anziani. Vivere con loro e insieme a loro, è stato un modo meraviglioso di imparare. Mi sentivo molto forte e molto tenera. Cerco di vivere e trasmettere questa forza e questa tenerezza, quando insegno Ayurveda e Massaggio ayurvedico.
Canada
Alla fine sono tornata in occidente. Avevo capito che nella vita non puoi solo ricevere, ma anche dare. Dopo un po' di Italia, volo in Canada per studiare la Naturopatia e le sue discipline insieme al professor Nissen, che avevo conosciuto in India. Mi introduce alla cura naturale della persona, ai concetti di Salute Naturale, alle pratiche più efficaci e salutistiche come l'Idroterapia del colon, la nutrizione eumetabolica, la pratica fisica del contatto e del massaggio. Grazie a lui ho iniziato a conoscere epraticare la Naturopatia vera.
Era marzo e iniziava la primavera di Montreal, al primo sole comparivano sedie e tavolini di fronte ai locali, e i giovani si godevano il tepore dei loro 6-7 gradi in maniche corte. Tornata in Italia ho studiato Naturopatia per altri sei anni, anzi non ho mai smesso, ma in ogni caso ho conseguito prima un diploma in Massofisioterapia, poi uno in Naturopatia.
New York
Infatti non si finisce mai di imparare. Dopo un Master in Naturopatia preso a Roma presso l'Accademia delle Arti Sanitarie, vado a New York per ottenere un PhD (diciamo una super-specializzazione) in Naturopatia e Nutrizione. Se di ogni viaggio mi è rimasto qualcosa di bello, di questo mi è rimasta la bellezza stessa. Inaspettatamente, quasi per caso, mi apro a una nuova dimensione, più femminile: la cura estetica dal punto di vista naturopatico.
Conosco tecniche e prodotti innovativi, inizio a vedere trasformazioni del viso e del corpo, che accompagnano il miglioramento della salute e la riconciliazione dello spirito. Ecco l'inizio della mia passione per l'Estetica olistica, che diventerà un metodo con un libro dedicato.
Milano
Da ragazzina, quando vivevo spensierata tra le montagne e i boschi di Cortina, ripetevo come un mantra ipnotico "Non andrò mai a vivere a Milano". Rappresentava nel mio immaginario la vita frenetica e intossicata che non desideravo vivere. O forse era un presagio… del resto una persona come me, dopo avere girato il mondo, dove poteva mai sentirsi a casa… Ora vivo e opero a Milano, che nonostante lo stress e lo smog, mi offre la vita che desidero. A Milano le mie discipline, la Naturopatia, la Nutrizione e l'Ayurveda, sono vissute con molta naturalezza, forse perchè le persone sono tanto stressate, e hanno capito che la natura è l'unica soluzione valida!
India
Dopo 15 anni di lontananza, sono tornata in India con un viaggio insolito. Ho portato 18 allievi della mia Scuola Moderna di Ayurveda per fargli assaporare i colori e i sapori di questa magica terra. Ho ritrovato le stesse atmosfere e vissuto momenti di pace profonda in un meraviglioso resort ayurvedico. Nonostante il traffico aumentato, la tecnologia, la globalizzazione, le vibrazioni dell'India sono rimaste autentiche. Ora ho la certezza che non cambieranno mai.
Quando arrivi in India oggi tocchi con mano il senso della parola karma, ti accorgi che la tua vita è legata a un filo sottile, sottile come lo spazio tra la tua macchina e quelle della corsia opposta, nella folle e inutile corsa dell'autista del tuo taxi, che vuole farti vedere che arriverà per primo all'appuntamento che non hai, perchè finalmente qui non hai nessuno che ti aspetta da nessuna parte. Ma lui corre e supera tutti, per arrivare prima.
Così tu aggrappata al sedile capisci la funzione pratica degli altarini delle divinità appiccicati al cruscotto della macchina, con i fiori appena colti e ancora profumati. Chiudi gli occhi e ti scopri una persona che prega. Inizia così il tuo viaggio spirituale in india.
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