L'amaranto
Amaranto e celiachia
L'amaranto è adatto a chi soffre di celiachia (intolleranza al glutine) come il riso, il miglio e il quinoa. L'amaranto è altamente nutritivo, ricco di proteine, contenente il doppio di lisina rispetto agli altri cereali. Pieno di fibre, agisce positivamente sulla digestione e contro la stitichezza.
Amaranto: tante ricette senza glutine
Come si cucina l'amaranto? E' un cereale molto piccolo, per farne delle buone ricette va lavato bene e bollito. Si cuoce sempre con una parte di cereale e due di acqua. Cotto in pentola a pressione impiega 20 minuti, in pentola normale 30 minuti. Va lasciato riposare 10 minuti a fine cottura. La cottura lo rende piuttosto gelatinoso, un po’ come l’agar agar. Va unito quindi ad altri cereali, legumi o verdure. Si può anche cuocere insieme a un pezzo di alga kombu lungo 5 cm circa. I chicchi possono essere tostati in padella prima della cottura, con un goccio di olio di oliva, per ridurre un po’ il sapore dolciastro tipico di questo cereale.
Amaranto benefico in molte situazioni
L’amaranto è un chicco con un indice glicemico molto basso, senza glutine quindi adatto ai celiaci e a chi soffre di celiachia, come il riso, il miglio e il quinoa. Contiene fino al 16% di proteine e rispetto ad altri cereali fino al doppio di lisina, un aminoacido particolarmente nutriente. E’ ricco di minerali come calcio, magnesio, fosforo e ferro. E’ utile per l’assorbimento del calcio in menopausa e per l’assorbimento del ferro in caso di anemia, anche perché contiene una parte di vitamina C che solitamente non è presente nei cereali.
L’amaranto gluten free, digeribile e ricco di fibre
Contiene molte fibre utili all’intestino. Essendo privo di glutine, si presta bene anche allo svezzamento dei bambini. Aggiunto alle zuppe nutre e aiuta a recuperare il benessere dopo un’indigestione o in convalescenza. Fa bene al cuore perché sembra ridurre l’accumulo di colesterolo.
Amaranto, l’antico “grano degli dei”
L'amaranto, come il quinoa, è una pianta originaria del Centro America. Per molti secoli è stato considerato l’alimento base nelle diete degli Incas e degli Atzechi. Veniva considerato “il grano degli Dei” e utilizzato anche per celebrare riti religiosi e creare piccoli oggetti di culto con gli impasti della sua farina. Più tardi la colonizzazione europea bandì la coltivazione di questo cereale, anche per favorire quella delle sementi europee, come il grano, per cui per molti secoli non fu più utilizzato a scopo alimentare.
L’amaranto rivalutato
Per fortuna intorno al 1970 l’amaranto è stato rivalutato e oggi viene coltivato ampiamente soprattutto in Sud America, Stati Uniti ed Europa dell’Est, ed è apprezzato in tutto il mondo per le sue ottime qualità nutrizionali. L’amaranto è una pianta dai chicchi commestibili e usualmente consumati in modo simile ai cereali, anche se si tratta di uno “pseudo-cereale” perché non fa parte della famiglia delle Graminacee quindi non è propriamente un cereale, a differenza del grano, del farro e del kamut.